Caccia alle pernici alpine: parte 2
*** QUESTA è LA SECONDA PARTE DELL’ARTICOLO “Caccia alle pernici alpine:”. Se non avete letto la prima parte potete farlo cliccando qui: Caccia alle pernici alpine: parte 1
Il cane ( quello con piedi corazzati) puó realizzarsi sicuramente con suoi migliori ”zig-zag” a vento e quando finalmente prenderá ”il filo dell’usta” incomincerá la guidata.
Ripeto che la guidata sará sicuramente lunga; i pennuti se la danno normalmente di gamba cercando di avere addirittura un contatto visivo con gli intrusi (voi e il cane!).
Qui possono succedere due cose:
il cane persiste (e voi pure) a pedinarle fino a quando si stancano e decidono che la zona offre abbastanza nascondigli da giocarsi il rischio (..anche loro sono ignare del tartufo del vostro ausiliario) o il quadrupede é cosí intelligente (…naturalmente anche l’esperienza fa la sua parte) che interrompe l’azione e si defila, quatto quatto, in un aggiramento largo (molto largo) per bloccarle dall’alto con il vento a sfavore.
Beati voi se avete un cane cosí perché io l’ho trovato/avuto solo una volta!
Al frullo il tiro non sará difficile ed é paragonabile a quello delle pernici artiche/nordiche; non sono coturne e difficilmente si buttano giú, tenderanno ad innalzarsi di quota e il bianco delle piume in combinazione con scarsa vegetazione non contribuirá sicuramente ad aiutarle.
Cosa positiva il fatto che solitamente non partono un gruppo ma separatamente; dando a voi (e al cane) il piacere di molteplici emozioni.
Qualche dato tecnico:
Condizioni atmosferiche ottimali nelle giornate di sole (deleteria la nebbia o le nuvole basse). Temperatura fresca (normale a quell’altitudine lappone).
Rigorosamente scarponi ai piedi con abbigliamento da montagna leggero ma caldo per le soste nel onnipresente vento locale.
Piombo simile per le ”artiche” con un nr. 7 in prima canna e un 6 in seconda (io uso 7 per tutte e due!).
Portatevi dei panini ma non acqua, quella la potete bere, buonissima, nei numerosi ruscelli che scendono a valle; va notato che i cacciatori locali si portano dietro appesa alla cintura una ”cucchiara” di legno che usano per attingere direttamente dai corsi d’acqua.
In bocca al lupo!
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